Test Ritchey Outback

Ritchey è un marchio che mi è sempre piaciuto, fin dalle P20 e P21 che sognavo negli anni 90, ed è uno dei pochi tra quelli storici ad essere sopravvissuto e ad aver mantenuto la barra dritta progettando telai e componenti basandosi su un’esperienza di 50 anni di attività.

ritchey outback
La Ritchey Outback taglia M che utilizzo solitamente

Ho già testato in passato le altre Gravel del marchio californiano, tra cui la Swiss Cross e il precedente modello di Outback, che ho avuto la fortuna di provare in Germania insieme al mitico Tom in persona durante una fiera.

Questa Ritchey Outback in taglia M, che è quella che utilizzo solitamente, è arrivata già allestita direttamente da Ritchey Europa e fa parte della loro flotta di bici demo che viaggiano tra negozi ed eventi. Il modello testato è il classico colore verde mango, che in origine non mi faceva impazzire, invece è molto gradevole ed elegante dal vivo ed è montata con un gruppo Shimano GRX 800 2 x 11 e tutti componenti Ritchey WCS, dalla serie sterzo alle ruote fino alle gomme Speedmax 700C x 40.

I preparativi per il test

Come sempre prima di usare una bici ho messo i miei pedali, regolato l’altezza sella e sistemato l’inclinazione delle leve e del manubrio, non ho fatto altre modifiche alla configurazione fornita, che mi sembrava praticamente perfetta e molto simile alla Gravel che uso di solito.

Come prima uscita ho voluto testare un nuovo percorso che avevo in testa da tempo, approfittando del tempo ottimo e del terreno asciutto ho fatto circa 100 km e 2.000 metri di dislivello su tutti i tipi di terreno, alcuni al limite del Gravel.

Venendo dalla Mtb mi piace usare la Gravel come se fosse una Mtb da largo raggio, partendo da casa, e se c’è un sentiero un po’ più tecnico basta ridurre la velocità e stare un po’ attenti nella guida.

Inizia il test della Ritchey Outback

ritchey outback in salita
In salita…

La Ritchey Outback condivide con le altre bici del marchio un paio di caratteristiche che trovo uniche e difficili da trovare in altri modelli. Prima cosa, sembra una vecchia amica, una bici che hai sempre avuto, semplicemente perfetta e comodissima. La comodità è una caratteristica di molti telai in acciaio di alto livello, ma qui siamo veramente all’eccellenza.

Seconda cosa , le scelte tecniche precise e volute regalano una Gravel che ha un bilanciamento perfetto tra retrotreno e avantreno, e questa è una cosa ancora più rara, soprattutto con i moderni standard di serie sterzo maggiorate e forcelle in carbonio con tubi sterzo conici, che sono sempre troppo rigidi e affaticano mani e braccia dopo alcune ore di pedalate.

Qui la serie sterzo, con coppe integrate nel tubo sterzo è da 1 1/8 e il tubo sterzo in carbonio della forcella è dritto, in questo modo mantiene un certo grado di flessibilità, che si sposa perfettamente con la rigidità complessiva del telaio e del retrotreno, garantendo un comfort assoluto, anche dopo 7 ore in sella.

A livello di guidabilità, grazie a delle geometrie leggermente più rilassate, la Ritchey Outback è reattiva il giusto, molto stabile soprattutto in discesa e molto efficace anche nelle salite al limite per fondo e pendenze. Queste caratteristiche derivano soprattutto dal carro leggermente più lungo e al movimento centrale qualche mm più basso, rispetto, ad esempio alla Swiss Cross Disc attuale.

Sono differenze minime, per il carro parliamo di 16mm di allungamento, mentre per il movimento centrale sono solo 5mm, ma, insieme ad altre quote (angolo sterzo più aperto di 1,5 gradi e tubo sterzo di 10mm più alto) fanno una certa differenza, che si sente sicuramente ancora di più in caso di viaggio in assetto Bikepacking con le borse a fare da peso aggiuntivo.

test ritchey outback sul sentiero
Un attimo di riposo per la Outback

Salita e discesa con la Ritchey Outback

In salita mi sono sempre trovato bene, nonostante il gruppo con guarnitura doppia standard da Gravel, quindi con corone da xx xx e cassetta 11/34, che non sono proprio più abituato ad utilizzare dopo anni di monocorona su tutte le bici che possiedo (Mtb e Gravel).

La Outback si pedala bene, e nonostante le gomme molto scorrevoli, solo in un paio di punti ho avuto qualche slittamento su foglie secche o terreno umido.

In compenso su una salita veramente ripida su sentiero con fondo difficile, tra erba e canaline in terra ho sempre trovato la giusta trazione per salire senza problemi.

Negli sterrati di pianura sicuramente la trasmissione doppia ha un’ottimo rendimento, permette di usare un rapporto più duro e spingere anche forte, anche su sterrati o carrarecce, mantenendo forse una velocità più alta, almeno questa è la sensazione.

Quando la strada va in discesa la Ritchey Outback va decisamente bene, precisa nelle traiettorie, composta sugli ostacoli come radici e pietre, non va mai in crisi e mantiene direzionalità e velocità, permettendo anche dei rilanci, dove il terreno lo permette.

I componenti

Qui entrano in gioco anche i componenti, due su tutti che ho trovato veramente ottimi.

I freni Shimano GRX sono veramente ottimi, potenti e modulabili, più degli Sram o dei meccanici TRP che uso di solito, davvero molto apprezzabili in ogni condizione, solo la gomma delle impugnature con delle righe in rilievo, senza guanti non sono proprio il massimo, ma è un particolare marginale.

Ho finalmente potuto provare il manubrio Ritchey Beacon WCS, l’ultimo introdotto nella gamma Gravel e devo dire che mi è piaciuto moltissimo, sia in discesa che in salita.

La curva veramente stretta mette le mani in una posizione alta, praticamente come essere sulle leve, ma con la sicurezza di essere dentro il Drop, che in caso di urti è una bella cosa per mantenere una presa salda. Poi la parte terminale molto aperta offre delle posizioni diverse per rilassare le mani e la parte superiore del corpo.

Il Beacon mi è piaciuto a tal punto che sarà il prossimo upgrade che farò anche sulla mia gravel, ma in versione più larga da 46 cm.

manubrio ritchey outback
Ottimo il manubrio!

Parlando dei componenti, la serie WCS di Ritchey è una delle migliori disponibili, costa il giusto, pesa poco e ti dimentichi di avere montato questi componenti, oltre ad essere perfettamente coordinati tra di loro, contribuendo al look generale della bici.

Le nuove ruote Zeta Gravel hanno dei mozzi diversi e hanno guadagnato qualche grammo rispetto alla vecchi aversione, sono tubeless, i cerchi asimmetrici sono larghi il giusto e robusti, perfetti per l’uso Gravel o cicloviaggio.

La forcella in carbonio ha anche i tripli attacchi per portare due piccoli carichi oppure due portaborraccia in più, e ha gli attacchi per il portapacchi e paranfanghi, come anche la parte posteriore del telaio. Quindi una Garvel bike che strizza l’occhio al viaggio, magari anche solo un paio di volte l’anno, con un paio di accessori in più, per fare qualche evento di quelli che stanno nascendo quasi tutti i fine settimana.

La conclusione

 

In conclusione una Gravel matura, con geometrie veramente perfette, stabile ma maneggevole, leggera e non stancante, anche dopo molte ore in sella, adatta a chi vuole fare tanti chilometri, magari un evento stile Tuscany Trail, senza spendere esageratamente, ma avendo un mezzo in grado di affrontare qualunque percorso Gravel, anche quelli più tecnici.

Aggiornamento

 

Ho avuto una seconda occasione di testare la Ritchey Outback durante un lungo evento Gravel tra Francia e Belgio, caratterizzato da una varietà di fondi stradali unica, dal fango al pavè, dallo sterrato leggero alle stradine di campagna e ai singletrack nei boschi e per l’occasione ho montato due gomme più tassellate, delle Pirelli Cinturato M da 40mm x 700C con liquido tubeless.

In questo giro veramente molto impegnativo ho avuto solo conferme della bontà delle geometrie della Ritchey Outback, sempre precisa, anche nel fango o sulle pietre, non si scompone mai mostrando una stabilità notevole anche nei tratti in pavè più duri, come la terribile Foresta di Aremberg o sui muri come il Pattemberg o il Koppenberg. Ho particolarmente apprezzato i freni GRX sempre prontissimi e molto modulabili, come da tradizione Shimano, ma in generale ogni componente Ritchey, dal reggisella in carbonio alle ruote, tutti si sono comportati in maniera egregia. Dopo quasi 14 ore in sella, a parte la stanchezza muscolare, nessun problema o dolore si è manifestato, grazie all’elasticità del telaio e della forcella che assorbono in maniera egregia le asperità e le vibrazioni del terreno.

Ritchey Outback nel nostro shop

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