Il ciclismo, in tutte le sue forme e con tutte le sue discipline, è un’attività sportiva che coinvolge un elevato numero di partecipanti, sia a livello amatoriale sia a livello competitivo.
Il ciclismo è da sempre sinonimo di libertà, di viaggio, di spostamento all’aria aperta, in tutte le sue molteplici discipline. Viste queste caratteristiche è fondamentale, quindi, specializzare la valutazione funzionale del ciclismo per ogni singola disciplina, conoscendo le peculiarità e i connotati di ognuna.
La valutazione posturale funzionale del ciclista e l’analisi biomeccanica del gesto della pedalata vengono spesso semplificate con il termine “bike fitting”, espressione che identifica una serie di procedure che individuano un processo dettagliato di valutazione dei requisiti fisici e di prestazione del ciclista, mediante il quale si procede ad un aggiustamento della bicicletta al fine di andare incontro alle necessità e agli obiettivi dell’atleta.
Queste procedure, che nacquero tempo addietro con metodi e formule empiriche e si svilupparono via via in maniera più scientifica, possono influenzare la percezione del comfort da parte del ciclista e sono molto richieste sia per scongiurare gli infortuni sia per migliorare l’espressione di potenza.
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Negli ultimi 10 – 15 anni il “bike fitting” ha visto un’importante evoluzione delle metodiche e delle idee applicate, passando da metodologie di misurazione analogiche a quelle di analisi in 2D e poi in 3D del movimento, sensori inerziali, sensori di mappatura delle pressioni, elettromiografia e molto altro, rendendo più scientifico un approccio che inizialmente era basato soprattutto sull’intuito e sull’esperienza dell’operatore.
In funzione dei principi che vogliamo divulgare e delle raccomandazioni che hanno una finalità pratica e logica per tutti gli utenti, più che numerica e scientifica, possiamo elencare alcuni punti di vista che trovano riscontro anche nelle misurazioni effettuate sul campo e nella bibliografia specifica internazionale:
Questa breve serie di riflessioni apre la visuale verso la professionalità dei singoli operatori che, attraverso una necessaria lunga esperienza di valutazione del ciclista e un imprescindibile percorso di studi accademico, potranno intraprendere il campo della valutazione biomeccanica del sistema ciclista-bicicletta.
“La differenza tra qualcosa di buono e qualcosa di grande è l’attenzione ai dettagli” , disse il Pastore evangelico cristiano Charles R. Swindoll durante una trasmissione radiofonica texana. Il caro Charles, purtroppo, non credo si inspirasse allo studio e all’analisi della biomeccanica del ciclismo, mentre predicava queste parole. Un vero peccato, perché calzerebbero a pennello.
L’importanza delle piccole differenze di assetto in biciletta sulla qualità della prestazione ciclistica sono confermate in molti valori che confermano come una tecnica migliore consente di determinare un quantitativo di forza maggiore, rispetto a quella generabile con una scadente. Piccoli cambiamenti nell’altezza sella modificano sostanzialmente l’efficienza della pedalata, suggerendo quindi che i processi di “bike fitting” dovrebbero essere presi in considerazione negli approfondimenti che riguardano l’efficienza della pedalata e i parametri fisiologici, metabolici e biomeccanici ad essa correlati.
Per collocare correttamente in sella un ciclista è necessario capire chi si ha di fronte. Esistono fattori non modificabili come età, altezza, peso, sesso, infortuni pregressi, e fattori modificabili come le abitudini di allenamento, lo stile di vita, il carattere, fondamentali per capire quale potrà essere la strategia migliore per l’assetto in bici.
Inoltre, a mio modo di vedere, importantissimo conoscere alcune informazioni rilevanti sulle abitudini e sul tipo di allenamento, per esempio quali i suoi obiettivi a breve e lungo termine, quante ore dedica all’allenamento, quante sedute svolge mediamente in una settimana e come, ma anche conoscere la tipologia di competizione, ammesso che decida di prendere parte a competizioni.
Un test di “bike fitting” ha una durata media di 60-90 minuti.
In primo luogo verranno rilevate alcune misure utili della bici del cliente, in modo da partire da una base di dati.
Il test vero e proprio ha inizio con una valutazione posturale approfondita del ciclista, giù dalla bici. Questa fase è importantissima perché permetterà di analizzare ogni singolo distretto corporeo, di valutare la postura, gli atteggiamenti errati, le tensioni muscolo-scheletriche, i disequilibri, le asimmetrie, ma anche di conoscere la storia, le esperienze, le abitudini dell’atleta.
Appoggio plantare, articolazione tibio-tarsica, articolazione femoro-rotulea, articolazione coxo femorale, colonna vertebrale divisa in diversi segmenti, articolazione scapolo omerale, catene cinetiche muscolari, verranno approfondite singolarmente e in maniera simultanea tra loro.
Si passerà poi al test in bici, durante il quale verranno apportate le necessarie modifiche alla posizione e ai componenti del connubio bici – ciclista, al fine di ottenere la posizione che più si addice all’atleta.
Le misure modificabili durante una valutazione sono:
La combinazione ideale di queste misure permette al ciclista di avere meno restrizioni possibile durante il gesto della pedalata.
Verranno anche elaborate delle considerazioni pratiche e dei consigli utili, per aiutare l’atleta nel proprio percorso di sviluppo e miglioramento posturale, sia in bici sia durante la vita di tutti i giorni.
Al termine del test verrà rilasciato un fascicolo personale, contente tutti i dati, tutte le misure dettagliate e tutte le informazioni riguardanti il ciclista.
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